
Branding al Fuorisalone: quando un gadget diventa status symbol (e strategia di marketing)
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File interminabili, gadget rivenduti a prezzi folli online, oggetti da collezione spuntati da pop-up e showroom di design. No, non è hype fine a sé stesso: è branding che diventa valore percepito, comunità, moneta di scambio.
In questa puntata de Il Codice della Comunicazione, analizziamo cosa è successo davvero al Fuorisalone 2025 e perché non possiamo più permetterci di vedere i gadget come semplici omaggi.
Dallo sgabello Etro alle borse in tela brandizzate, fino ai lanyard e badge venduti su Vinted: ogni oggetto è diventato un contenuto, un simbolo, un frammento di narrazione che il pubblico ha scelto di condividere (e monetizzare).
Ma c’è di più: questa è una delle forme più intelligenti e “invisibili” di User Generated Content Strategy mai viste. Il brand crea desiderio, l’utente documenta, rivende, racconta. E il contenuto? È virale, autentico, gratuito.
Scopri:
Come funziona una strategia UGC nel 2025
Perché il Fuorisalone è stato un laboratorio perfetto di branding esperienziale
Come anche piccoli brand possono replicare questo meccanismo senza un budget milionario
Le 3 domande chiave da farti per trasformare un oggetto in simbolo di appartenenza
Che tu sia un designer, un brand strategist o un imprenditore, questa puntata ti offre uno spunto concreto: non serve un gadget, serve un messaggio che le persone vogliano indossare, postare e persino rivendere.
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