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Famous games and players have been the hallmark of the New York Rangers from their NHL debut in 1926 to the present day. From Frank Boucher and the original Blueshirts to Jaromir Jagr, the Rangers have thrilled their fans with some of the most memorable performances in hockey history. In Game of My Life: New York Rangers, John Halligan and John Kreiser share the recollections of 24 of the most famous names in Rangers history as they discuss the most memorable games in their careers.

Bill Russell was not the first African American to play professional basketball, but he was its first Black superstar. From the moment he stepped onto the court of the Boston Garden in 1956, Russell began to transform the sport in a fundamental way, making him, more than any of his contemporaries, the Jackie Robinson of basketball. In King of the Court, Aram Goudsouzian provides a vivid and engrossing chronicle of the life and career of this brilliant champion and courageous racial pioneer. Russell's leaping, wide-ranging defense altered the game's texture.

This gripping tale follows the life of Jens Pulver, the current lightweight Ultimate Fighting Champion. Pulver reveals a youth spent in a family in which violence was the only way to deal with conflict, and in which his father's alcoholism made all family relationships contentious. Set against Pulver’s tumultuous upbringing, this account offers insight into his rise to prominence in the ring and his drive to overcome adversity and find inner peace.

Johan Bruyneel knows what it takes to win. In 1998, this calculating Belgian and former professional cyclist looked Lance Armstrong in the eye and said, "Look, if were going to ride the Tour, we might as well win." In that powerful phrase a dynasty was born.

No driver has ever made such an instant impact on the sport of Formula 1 racing as Lewis Hamilton. The first black grand prix driver, his astonishing level of success in his rookie season together with his swash-buckling, attacking style has created a sensation. It has also been a central factor in the most exciting and controversial season of F1 in living memory as Hamilton was involved in a three-way fight for the world crown.

Born in a log cabin in the Ozarks, Alvin "Titanic" Thompson (1892-1974) traveled with his golf clubs, a .45 revolver, and a suitcase full of cash. He won and lost millions playing cards, dice, golf, pool, and dangerous games of his own invention. He killed five men and married five women, each one a teenager on her wedding day. He ruled New York's underground craps games in the 1920s and was Damon Runyon's model for slick-talking Sky Masterson.

When Billie Jean King trounced Bobby Riggs in tennis's Battle of the Sexes in 1973, she placed sports squarely at the center of a national debate about gender equity. In this winning combination of biography and history, Susan Ware argues that King's challenge to sexism, the supportive climate of second-wave feminism, and the legislative clout of Title IX sparked a women's sports revolution in the 1970s that fundamentally reshaped American society.

On the night of April 9, 1997, Warren Macdonald, a fit and experienced bushwalker, set out to climb Mount Bowen on Hinchinbrook Island, an unspoiled tropical paradise off the Australian coast. These would be his last steps as a fully intact human being: a freak rock fall pinned him for two days alone under a one-ton boulder, resulting in a double leg amputation. A Test of Will is a story both tragic and inspiring, conveying the horror of what happened and the extraordinary spirit that helped Macdonald survive a seemingly impossible ordeal.

This memorable book by one of our finest writers chronicles two passions: one for a dog named "Blue," another for the "guns of a lifetime." "Blue and Some Other Dogs" is a brilliant memoir about Graves' Basque-Australian sheep dog. "Guns of a Lifetime" tells the stories related to the guns this octogenarian Texan has owned, beginning with a "rusted and cylinderless" revolver.

La voce di Riccardo Cucchi è stata il cuore di ogni domenica per circa trent'anni. Dalla sua postazione appartata, isolata in mezzo alla folla formicolante sulle tribune, ha riempito i nostri pomeriggi di emozioni narrando da testimone diretto decine di campionati, centinaia di partite, migliaia di minuti di calcio. In una notte d'estate ha gridato per quattro volte "Campioni del mondo", ed è iniziata la festa di tutti, da Berlino alle piazze di paesi e città dell'Italia intera.

Le vite di Pollastri e Girardengo ebbero corsi paralleli, e non solo a causa della comune discendenza novese. I testimoni sono concordi: Sante e Costante erano amici, e continuarono a vedersi negli anni della latitanza, si rispettavano e si tenevano informati l'un l'altro. Entrambi provenivano da quella genia tra ligure, francese e piemontese forgiata dalla fame e dal freddo. Entrambi vissero una dura storia di emancipazione dalla miseria.

Sogni realizzati o infranti per una questione di dettagli. Risultati già scritti ribaltati in un attimo da errori clamorosi o intuizioni improvvise. Imprese impossibili portate a termine contro ogni logica. Il calcio è un gioco, certo, eppure ogni appassionato sa che in quei novanta minuti c'è molto di più: ogni volta che l'arbitro fischia l'inizio della partita e il pallone inizia la sua corsa, sul campo si inseguono speranze, paure, gioie, delusioni, errori, sorprese che, come per magia, diventano specchi delle emozioni, delle scelte, delle situazioni che viviamo ogni giorno.

Nives Meroi è un'alpinista che ha cominciato una gara appassionante: in competizione con una spagnola, vorrebbe diventare la prima donna a conquistare tutti e quattordici gli Ottomila del mondo. Adesso è a quota dodici. Nives scala con suo marito e con un giovane fotografo, senza portatori d'alta quota, senza usare ossigeno. Il loro rapporto con la montagna è di assoluta purezza. Erri De Luca, anch'egli arrampicatore appassionato, è amico di Nives e la segue da tempo nelle sue imprese.

All'inizio del 2018 ha suscitato molto clamore l'incredibile storia di Roberto Zanda. Ultramaratoneta sardo sessantenne, Zanda, conosciuto come "Massiccione" per la sua tempra, è impegnato nella Yukon Arctic Ultra, una corsa di 480 chilometri tra le nevi canadesi, conosciuta come una delle gare più dure al mondo per le temperature assurde da affrontare: fino a 50 gradi sotto zero. Già le premesse sono folli, ma qualcosa nell'organizzazione va storto, Zanda, secondo in classifica, si perde e prima che venga soccorso passano ben quattordici ore in cui rischia la morte per ipotermia.

Alberto Toscano analizza la figura del leggendario ciclista Gino Bartali, vincitore di tre Giri d'Italia e due Tour de France, a partire da tutti gli aspetti del suo essere: l'uomo, lo sportivo, il credente, il marito fedele "di due mogli" (la sua bicicletta da corsa e quella in carne e ossa, Adriana), l'antifascista, l'anima controversa e schiva lacerata dalla morte prematura del fratello Giulio. Un uomo giusto, che preferiva inimicarsi il potere piuttosto che concludere una gara col saluto romano.

Conosco Marta da svariato tempo. La ricordo appena diciassettenne, riserva tra le Farfalle della Squadra Nazionale. Figura schiva e rispettosa, dallo sguardo intelligente - occhi grandi e sorridenti - sempre pronta a mettersi al servizio del gruppo e delle sue compagne. Entusiasta e curiosa nei confronti del mondo e della vita.

"Questa squadra" non è una semplice biografia, né tantomeno un racconto. È un'espressione verbale. "Questa squadra": così Emanuela definisce le ragazze che si sono avvicendate nel corso degli anni nella rosa della Nazionale. Questa squadra che ha vinto, fino a oggi, 132 medaglie, fra cui tre titoli mondiali e due medaglie olimpiche. E che continua a inseguire, su quella pedana, i propri sogni. Un giorno, nell'estate del 2010, le ho detto, quasi per scherzo: "Manu, perché non raccontiamo la tua storia e quella di queste ragazze?"

Lui, Bearzot, classe 1927, oggi avrebbe 90 anni. Per tutti era il "vecio", come lo aveva soprannominato Giovanni Arpino. Ci sono persone, nel mondo dello sport come nella vita, di cui è impossibile non sentire la mancanza. Enzo Bearzot è una di queste. In molti possono limitarne il ricordo, indelebile, a quando, allenatore della Nazionale italiana, sollevò la Coppa del mondo al Santiago Bernabeu, la sera dell'11 luglio 1982, quando gli Azzurri vinsero un Mondiale contro tutto e tutti. Ma per scoprire molto altro non resta che leggere il libro che Gigi Garanzini gli ha dedicato.

In the 1970s the US military believed they could create a ‘super soldier’ - one who could use psychic powers to walk through walls, disarm the enemy through telepathy or kill a goat by staring at it. The brain behind these techniques was Michael Murphy, one of the founders of New Age spiritualism in the hippy enclaves of San Francisco. But Murphy’s primary goal was to use these powers in sport to create a supreme athlete capable of extraordinary feats.

Ci sono piloti che vincono, altri che restano nella Storia. Ma c'è un solo pilota che nel ricordo fa ancora battere il cuore. Ayrton Senna è stato l'ultimo mito di un'era romantica e sentimentale. Era un sognatore, dei sognatori aveva l'ingenuità e la ferocia. Reggeva l'aura del predestinato, serbava la malinconia dell'eroe solitario, coltivava il fascino irresistibile di chi è di tutti senza appartenere mai a nessuno, offriva il profilo al destino che si stava compiendo. Raccontarlo oggi - scartando la banale contabilità dei trionfi - significa tornare a recitare un atto di fede.